Fabrizio Federici
Brig. Gen. Fabrizio Federici

Il Brig. Gen. Fabrizio FEDERICI, nato il 10 dicembre 1939 ad Harar (oggi Harar Jugol), nella Regione Harari dell'Etiopia orientale, dove il padre era in servizio quale Ufficiale del Genio Militare, ci ha lasciato il 23 gennaio 2012.

Entrato in Accademia Militare con il 16° Corso nel 1959, dopo la Scuola d'Applicazione, con il grado di Tenente, fu assegnato al 131° Reggimento Artiglieria Corazzata «Centauro» e quindi al 7° Reggimento Artiglieria da Campagna con sede a Torino.

La sua predisposizione per la cultura scientifica lo spinse verso l'area tecnica della Forza Armata dove entrò come Ufficiale del Servizio Tecnico d’Artiglieria, dopo aver superato il concorso di accesso e la frequenza del Corso Superiore Tecnico d'Artiglieria nel biennio  1969/71.

Quale Ufficiale del Servizio Tecnico d'Artiglieria fu inserito immediatamente nell'attività produttiva dell'Area Tecnico-Industriale della Difesa. Assegnato allo Stabilimento Caricamento Proietti di Noceto di Parma, vi assolse tutti gli incarichi, previsti dalle attribuzioni specifiche, fino a quello di Vice Direttore. Chiamato alla Direzione Generale degli Armamenti Terrestri vi rimase fino a quando assunse l'incarico di Direttore dell’Arsenale Esercito di Napoli. Completò la sua carriera negli organi centrali dello Stato Maggiore dell'Esercito dove, quale Ufficiale del Corpo Ingegneri dell'Esercito, fu assegnato al nascente Ufficio dei Corpi Logistici del IV Reparto dove terminò il suo servizio.

Nell'espletamento delle peculiari funzioni di Ufficiale Tecnico, aveva svolto tutte le attribuzioni specifiche di ciascun grado sia in Organi Centrali che in Enti distaccati, impegnati nella produzione di beni e servizi . Durante gli incarichi ricoperti nelle varie sedi, aveva saputo trasferire ai suoi collaboratori l'esperienza tecnica, l'entusiasmo e quella carica di profonda umanità per le quali tutti, dimostrandogli affetto e stima, gli sono rimasti particolarmente legati. La dimostrazione più evidente della sua particolare capacità di creazione e consolidamento di legami spirituali stabiliti con i suoi interlocutori è stata la commemorazione, organizzata per ricordare la sua figura dal personale di Noceto di Parma, dal quale era lontano ormai da anni.

Una significativa testimonianza dell'affetto, non solo familiare, che lo circondava l'abbiamo vissuta tutti noi presenti al momento del suo funerale quando la chiesa è risultata colma fino all'inverosimile di persone, giunte da ogni luogo e legate a lui sia da profondi vincoli affettivi ma anche da semplice e temporanea conoscenza.

La sua carica umana e il suo atteggiamento quasi canzonatorio nei confronti delle difficoltà della vita, che pure affrontava con fattiva serietà, lo rendevano unico e inimitabile anche per chi lo aveva conosciuto per breve tempo.  Per i colleghi del 16° Corso dell'Accademia Militare, per i  quali è sempre stato solo «FeFé», era il simpatico amico con il quale scambiare almeno una serie di battute durante i raduni annuali di corso, che fattivamente contribuiva ad organizzare.

Nell'ultimo, quello di Torino di ottobre 2011, organizzato in quella sede per commemorare i cinquanta anni della promozione a Sottotenente e l'assegnazione alla Scuola di Applicazione, nonostante già duramente provato nel fisico, non ha fatto mancare la sua esuberante capacità di  trasmettere  ai partecipanti l'abituale carica di ottimismo che gli consentiva di vedere negli avvenimenti della vita, il bicchiere sempre «mezzo pieno» e mai «mezzo vuoto». Anche questo è uno dei tanti motivi che rendono particolarmente triste la sua prematura dipartita fisica che comunque lascia inalterata e immutabile la sua presenza  spirituale.

L'A.N.U.T.E.I., nel ricordare l'«antico» Socio, porge un affettuoso e partecipato saluto ai familiari Anna, Marco, Ferruccio e Massimiliano, e si unisce all'ampia schiera di coloro che, avendone apprezzato la signorilità, la generosità e la disponibilità in vita  non faranno mancare alla sua  famiglia una costante, duratura ed affettuosa vicinanza.

Magg. Gen. Pietro  GUARIGLIA

 

(da NVS n.1-2 / 2012 pag.17)