Giovanni Grusovin
Magg. Gen. Giovanni Grusovin

di Claudio Ciaralli

Il Magg.Gen. Ing. Giovanni Grusovin,  uno dei soci fondatori dell'A.N.U.T.E.1., è "andato avanti". È doveroso ricordarlo su questa Rivista che tanto ha amato e per cui tanto si è prodigato fino ai suoi ultimi giorni.

Durante il servizio attivo non ho avuto occasione di lavorare con il Gen. Grusovin, che, già giovane ufficiale, lo conoscevo di nome e per fama all'interno della Direzione Generale Armi, Munizioni e Armamenti Terresti (D.G.A.M.A.T.). Ebbi, invece, modo di conoscerlo a fondo presso l'A.N .U.T.E.I., dove dava il suo contributo come  membro del Consiglio Direttivo e della Redazione dell'Elmo di Minerva, cui era particolarmente affezionato e di cui voleva conservare lo spirito dei Fondatori. È in queste occasioni di incontro che ho avuto modo di conoscere alcuni episodi della sua vita che meritano di essere ricordati .

Primo fra tutti, il contributo dato alla realizzazione  del "Fante d'Italia" che oggi troneggia al centro di Gorizia, sua città di origine, anche se non gli ha dato i natali a causa delle note vicissitudini del dopo guerra.

Nel lontano 1965, il giovane Capitano Giovanni Grusovin, transitato nell'allora S.ervizio Tecnico Artiglieria dall'Arma del Genio, dove era stato Comandante della Compagnia Pionieri della Brigata Alpina Taurinense, ricevette l'incarico di allestire una grande statua del Fante d'Italia, in qualità di Capo 6a Sezione 'Lavorazioni a caldo' dell'Arsenale Esercito di Torino, che comprendeva il Reparto 'Fonderia artistica' . Tempo disponibile circa un anno, per inaugurare la statua il 4 novembre1966, nel cinquantenario della liberazione di Gorizia, il 9 agosto 1916.

L'incarico fu portato a termine nel tempo previsto, utilizzando una tecnica di Programmazione del lavoro, il PERT (Program Evaluation and Review Technique), moderna per quei tempi, ma applicata all'antico metodo della fusione a "cera persa" .

Le firme di tutti coloro che realizzarono l'opera, tra cui quella dell'allora Cap. Grusovin, furono conservate      su     una     pergamena       rinchiusa in  un   tubo   d'ottone   saldato   alle   estremità, murato  nel  basamento   del  Fante,  a  ricordo della professionalità  e maestria  del personale dell'Arsenale   Esercito   di  Torino,   che  ebbe l'onore di realizzare  questo ricordo  d'italianità per Gorizia e alla cui inaugurazione gli artefici dell'opera furono assenti perché,  come il Gen. Grusovin raccontava  con un po' di rammarico, secondo  il  Direttore  dell'Arsenale  dell'epoca quella              partecipazione     non      rientrava     tra    i compiti dell'Ente.

Ebbe la sua rivincita nel 2016, quando poté partecipare, invitato dal Sindaco della  città di Gorizia, alla cerimonia del cinquantesimo anniversario della posa della statua. In quella occasione distribuì ai partecipanti le copie dell'edizione dell'Elmo di Minerva in cui era raccontata la storia di quella realizzazione.

A  lui  si  deve  anche,  in  collaborazione  con altri  Soci  ed  amici,  la  ricostruzione  storica della   realizzazione  dell'obice someggiabile 105/14, geniale opera che il Gen. S. Fuscaldi del Servizio Tecnico d'Artiglieria progettò negli anni '50.

Ancorché anziano e indebolito dalla malattia, continuò a frequentare l'Associazion e e ad essere protagonista delle sue attività. Ricordo che la sua scomparsa, nonostante l'età e la malattia, colse di sorpresa tutta la Redazione dell'Elmo, perché fino all'ultimo mantenne relazioni conl'A.N .U.T.E.I. (quando non poteva venire, telefonava). Forse un primo segnale della sua prossima fine avremmo dovuto coglierlo nella sua assenza alla cerimonia annuale in ricordo del fatti di Nikolajewka, cui tutti gli anni aveva garantito la sua presenza in rappresentanza dell'Associazione.

Ciascuno di noi lascia in chi rimane dei ricordi attraverso i quali continua a "vivere". Il Gen. Grusovin, oltre agli affetti, ha lasciato una testimonianza concreta che durerà, ci auguriamo, nei secoli: la statua del "Fante d'Italia" di Gorizia.

Un saluto reverente, Comandante! Sei ancora con noi! Sei solo "andato avanti"!

 

(da TCV n.1-2/2020 pag.50)